Storia   del   Comune   di   Acciano

 

II comune di Acciano è costituito, oltre che dal capoluogo, dalle frazioni di Beffi, S.Lorenzo, Succiano e Roccapreturo, documentate nei catasti onciari dei secc. XV e XVI con i nomi di Villa Sancti Laurentii, Villa Socciani, Castrum Beffi e Rocca de Preturo. Nell'area sono stati rinvenuti reperti archeologici correlabilì alla cultura dei Pelignì Superequani e all'età romana; di notevole interesse il recente ritrovamento in contrada S.Lorenzo dì una costruzione in opera quadrata, forse un tempio italico-romano; il prediale Attius o Accius, da cui Accianus, ricorda etimologicamente le origini romane dell'insediamento. Azano compare nel diploma di Ludovico il Pio nell'816 e Aczanu/Azzanu viene citata in atti del 997/998; nel 1092 "Castrum Acciani" appartiene al monastero di S.Benedetto in Perillis; la Bolla di Lucio III (1183) menziona le chiese di "S.Pietro, S. Petronilla, S. Lorenzo, S.Comizio e Santa Maria, mentre in quella di Onorio III (1223) compare "Sancti Antonini in Azano. Nel 1185 Acciano è feudo di Teodino di Castello e conta circa 48 famiglie. Nel 1294 Papa Celestino V, in viaggio per "ricevere la coronai dell'Apostolato" a L'Aquila passa per "il castello di Acciano" e guarisce miracolosamente un uomo dall'epilessia. Il feudo ceduto da Cario III di Durazzo (1383) a Matteo Gentile, passa, poi, al Regio Demanio (1409), ai Carafa (1419) e al comune di L'Aquila fino 1529 quando viene assegnato da Filippo D'Orange ad un capitano spagnolo; in questo periodo l'abitato conta 178 fuochi. Acciano diviene poi feudo di Giacomo Scalogni (1533) e dei Piccolomini (1561). Nel 1798 i feudi di Acciano e Beffi vengono venduti a Vincenzo Treccia. Curiosa la notizia secondo la quale durante la dominazione francese il paese assunse il nome di Achillopoli.

La storia e le tradizioni giocano un ruolo di primo piano in questo paese in cui la natura fa da sfondo. Elementi riconoscibili sul territorio sono le torri di Beffi e Roccapreturo, che sembrano segnare l'ingresso alla Valle Subequana. Acciano, probabilmente di origine longobarda, conserva ancora i caratteri di borgo fortificato, al quale si accede attraverso tre porte: Porta Torrone, Porta Martino e Porta dell'Aia. Di notevole interesse sono gli oggetti sacri di scuola aquilana del XVII sec., il battistero rinascimentale della Chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Lorenzo e la torre di avvistamento di Beffi che, insieme alla torre circolare di Goriano Valli dall'altra parte della valle, ne controllava i confini. Il sistema delle torri (che comprende anche la torre pentagonale di Roccapreturo) è una delle caratteristiche di questa zona. Ciascun elemento, infatti, mette in evidenza non solo il verticalismo dell'architettura medioevale, ma caratterizza il territorio perché le torri, ancor più che nel passato, sono costruite per essere viste e non più per avvistare. Acciano e le sue frazioni valgono una visita, non solo per l'ambiente naturale, ma anche per conoscere il ricco patrimonio storico e per assistere ai riti delle feste tradizionali praticati costantemente come espressione di una società ancorata a valori legati al sacrificio, alla terra, al vivere quotidiano. Nelle vicinanze di questi borghi medioevali si conservano emergenze storiche di rilievo, come il ponte di origine romana sul fiume Atemo nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Beffi, oppure i resti di edifici e sepolture riconducibili ad un insediamento vestine o l'iscrizione dedicata al dio Silvano. L'orografia del suolo ha influito sulla tipologia urbana del paese che Scende verso il fiume Aterno. Percorrendo le vie del centro storico si possono ammirare gli scorci più belli in un'atmosfera di quiete che ci rimanda inevitabilmente al passato, alle tradizioni del territorio*.

*tratto da materiale informativo comune di Acciano

 

 

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