Itinerari

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L’itinerario proposto prevede di percorrere la Strada Statale 261 Subequana da Acciano verso L'Aquila visitando in successione i singoli nuclei abitati. Dalla Piazza di Acciano si può iniziare la visita del borgo medioevale ancora integro nel suo sviluppo lineare lungo il crinale che aggetta sulla valle dell'Aterno; l'orografia del sito, integrata dal recinto fortificato con le sole Porte del Torrone, di S,Martino e dell'Aia, ne costituiva la naturale difesa. Il tessuto urbano ha ancora l'impronta compatta e frastagliata dell'edilizia minuta medievale scandita da marcati dislivelli raccordati da gradinate. Sulla sinistra della Piazza prospetta la casa di Giuseppe Catoni (nato nel 1820), chiamato il Gigante di Acciano per le eccezionali dimensioni (circa m.2.25 di altezza) la cui notorietà si diffuse non solo in Italia ma anche nell'Europa del XIX secolo. Sulla sinistra si trova la Fontana Quattrocentesca: nel fontanile, coperto e archivoltato, l'acqua sgorga da due mascheroni in pietra, per defluire poi nelle vasche laterali disposte a "L".

Discendendo sulla destra Via Silvio Di Giacomo ci si può soffermare ad ammirare sulla sinistra, sotto una tettoia, un dipinto murale raffigurante una Madonna con Bambino e, subito dopo, la facciata datata 1781 della Congregazione dell'Addolorata. Ancora qualche metro e ci si trova di fronte alla scalinata della parrocchiale di S.Pietro e Lorenzo; sulla sinistra un suggestivo scorcio su Vico Remoto. La chiesa di S. Lorenzo è menzionata in documenti del 1183.e del 1224 quando dipendeva dall'Abbazia di S. Benedetto in Perillis. Nonostante la facciata datata 1534 e caratterizzata da un pregevole portale rinascimentale con lacerti di dipinto nella lunetta, l'apparato decorativo interno denuncia rifacimenti dei secoli XVII e XVIII oltre a più recenti interventi conseguenti ai danni causati dal terremoto del 1915.

Continuando lungo Via G. Catoni e passando sotto l'arco Amicarella si arriva ad un ampio belvedere che si affaccia sulla valle dell'Aterno. Tornando indietro e girando sulla sinistra si scende verso la parte bassa dell'abitato per Via S. Leonardo; la strada piega progressivamente sulla sinistra e riconduce verso l'interno aprendosi in un vasto affaccio sulla vallata. Dopo esser passati sotto un vano voltato difeso da sottili feritoie, una delle poche memorie rimaste dell'impianto difensivo, si giunge piedi dell'abitato dominato sulla sinistra dall'imponenza di Palazzo Galli. La costruzione, notevoli dimensioni e generosamente scarpata nella parte basamentale, è ingentilita nei prospetti dalle finestre rinascimentali e dal loggiato.

Risalendo sulla sinistra del Palazzo Via dei Cordoni, oppure il vicino Vico Oscuro, tra suggestivi scorci e pregevoli testimonianze architettoniche, si arriva nuovamente in via Silvio Di Giacomo, in prossimità della parrocchiale; girando sulla destra si torna nella piazza del Monumento, Se da Acciano si prende la S.S.261 per Molina, si incontra sulla sinistra l'indicazione della chiesa di S. Petronilla; imboccata la stradina, ed avendo l'accortezza di seguirla sulla sinistra, si raggiunge la piccola chiesa rurale, isolata sul rilievo e documentata già nel 1183. Ha la facciata a coronamento orizzontale e conserva all'interno, sulla parete sinistra, un'edicola con affresco del sec.XVl raffigurante la Madonna con Bambino e Santi.

Dalla Statale si può raggiungere la chiesa di S. Antonio, antica parrocchia di Acciano che appartenne all'Ordine Costantiniano ormai ridotta a Rudere; sull'altare s'intravedono lacerti di dipinti murali seicenteschi.

Usciti da Acciano in direzione di L'Aquila (S.S.261) sì trova sulla destra l'indicazione per la chiesa di S. Maria, edificata nel Cinquecento sul Colle S.Sebastiano; all'interno vi sono ancora un'edicola archivoltata a sesto acuto e, nella sagrestia superfici affrescate del 1500 attribuite a Sebastiano di Cola da Casentino o ai suoi discepoli. Al 1546 risale la cappella della Pietà voluta dalla moglie di Annibale d'Acciano.

Proseguendo sulla S.S.261 s'incontra sulla destra il bivio per Roccapreturo: l'abitato è documentato a partire dal 1185 quando è feudo di Gualtiero di Collepietro: nel 1355 si definiscono i confini con Beffi e nel 1360 il registro delle chiese valvensi ricorda S. Maria. la cappella di S. Sabino di Beffi, S. Niccolò. S. Cecilia. S. Croce e S. Pietro. Nel 1591 il feudo è dei Pieropaoli, nel 1593 di Pace Masci di L'Aquila e nel 1633 di Girolamo Cappelletti di Rieti. Sulla piazza prospetta la facciata a coronamento orizzontale delta chiesa di S. Maria Lauretana: alcuni elementi, come una monofora sestiacuta sul lato sinistro, impreziosita di decorazioni fitomorfe. ricordano un preesistente impianto medievale modificato e ricostruito nel sec. XVIII-XIX. All'interno si conserva una statua di terracotta raffigurante la Madonna con Bambino ( sec. XVI ). La piccola chiesa rurale di S. Cecilia, in prossimità del cimitero, è menzionata in un documento del 1360; al suo interno si trova una lastra lapidea con decorazioni scultoree altomedioevali di notevole interesse per la lavorazione a girali fìtomorfe (sec. IX-X).

Sulla sinistra della strada che discende verso la Statale, inizia il sentiero che si inerpica fino alla sommità del rilievo (circa 20 minuti) dove furono costruiti la Torre ed il contiguo recinto murario (sec.XIII-XIV). La Torre, a pianta pentagonale ed ingresso sopraelevato, in pessime condizioni di conservazione, faceva parte del complesso scacchiere difensivo della vallata e comunicava, grazie ad un sistema di triangolazioni visive, con le altre fortificazioni dell'area, svolgendo una funzione di allettamento e difesa della comunità locale. Sulla sinistra del colle, isolata a circa 30 minuti di marcia, è la chiesa di S. Maria della Valle.

Tornati sulla'S.S.261, si raggiunge Beffi: il Castrum Beffi, di cui facevano parte anche S. Lorenzo e Succiano, appartenne parzialmente, nel 1185, ad un figlio di Rainaldo di Beffi. Il toponimo è citato in alti del 1257 di Papa Alessandro IV come ultima terra appartenente al contado aquilano e del 1294 quando Carlo II ne conferma l'appartenenza al Regio Demanio. Nel 1360 Beffi è descritta come bene della Diocesi Valvense, "distante un miglio da Rocca de Preturo" e vi si trovavano sette chiese tra cui S. Sabino (oggi scomparsa) ed il convento di S. Maria del Campo (rudere). La sua storia rimane legata alle vicissitudini storiche di Acciano.

La Torre di Beffi si trova isolata sulla sinistra dell'abitato; eretta nel medioevo per avvistamento è difesa, divenne puntone ed estremo ricetto del recinto fortificato che si è sviluppato in epoca successiva a meridione ed a valle della stessa. La torre pentagonale ha conservato l'originaria tipologia con un vano voltato a piano terra e solai lignei nei livelli superiori, accessibili attraverso l'ingresso sopraelevato.

In prossimità della Torre si trova, isolata su un modesto rilievo, la chiesa di S. Michele Arcangelo: edificata probabilmente nel sec.XV è caratterizzata da un'unica navata sormontata da una volta a botte la cui spinta è compensata dai contrafforti che scandiscono i prospetti laterali della chiesa; notevoli le dimensioni della torre campanaria che si trova, distaccata, sul retro dell'edificio religioso. All'interno si conservano la statua in terracotta di una Madonna in trono sull'altare maggiore del sec.XVI e una statua lignea di S,Rocco (primo altare a destra).

Tornando verso Beffi s'incontra la facciata della chiesa della Madonna degli Angeli e, subito dopo, quella della Madonna del Rifugio, che reca su una finestra la data 1631, purtroppo in precarie condizioni di conservazione. All'esterno dell'abitato vi sono i ruderi del Convento S. Maria in Campo dei Frati conventuali: fondato tra la fine del 1500 e i primi del 1600 e documentato dal Franchini (1682); chiuso nel 1652 tornò poi in uso fino alla soppressione nel 1600. In prossimità del fiume si trova la chiesa di S.Maria Silvana; interessante testimonianza dell'età romana è il ponte sul fiume Aterno accessibile dalla stazione di Beffi, recentemente restaurato, che conserva sulla sponda sinistra tracce dei solchi prodotti dal passaggio dei carri.

Ripresa la S.S.261 e prima di entrare in Succiano si incontra sulla sinistra l'indicazione per la Madonna di Loreto; la piccola chiesa rurale, in stato di abbandono e pericolante conserva tracce di un affresco raffigurante la Madonna con Bambino. La chiesa di S. Giovanni  in Succiano è invece menzionata per la quarantena d'indulgenza concessa ai suoi visitatori nel 1588 dal vescovo di L'Aquila. Di particolare interesse paesaggistico e ambientale è la passeggiata alla chiesa di S. Erasmo, oggetto annualmente di un pellegrinaggio dei devoti e di suggestivi riti.

Nella frazione S. Lorenzo si incontrano il complesso monumentale privato delle Case Marino Piccoli preceduto dalla chiesa della S.S. Trinilà con scultura lapidea di Fabio Angelici (sec.XVII) ed il Palazzo Lattanzi, recentemente ristrutturalo ed adibito a ricettività turistica. La chiesa di S. Lorenzo, trinavata, il cui apparato decorativo baroccheggiante testimonia le trasformazioni subite dall'edificio nei secoli; era prepositura già nel 1185 come dipendenza dell'Abbazia di Farfa; si conserva ancora una Madonna lignea con Bambino del Sec.XVI. In prossimità della chiesa furono rinvenute tombe ad inumazione e frammenti ceramici*.

*tratto da materiale informativo comune di Acciano

 

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